Il crowdfunding: un rimedio segreto per l’economia?
Cosa significa il termine crowdfunding?
Per crowdfunding (in italiano finanziamento collettivo), si intende una pratica di microfinanziamento dal basso. Questo processo collaborativo vede i singoli individui utilizzare il proprio denaro per patrocinare i progetti proposti da persone e organizzazioni, abbattendo in tal modo le tradizionali barriere dell’investimento.
Il finanziamento collettivo può contribuire a realizzare iniziative di qualsiasi genere. Spesso promotore d’innovazione e di cambiamento sociale, i suoi campi di interesse spaziano dal sostegno dei beni culturali fino alla ricerca scientifica. Consentendo alla comunità di fare davvero la differenza, si sviluppano così nuovi posti di lavoro e si permette l’accesso a somme di denaro altrimenti non disponibili.
Nel 2012, Ilya Pozin, in un articolo su Forbes, analizzò l’impatto benefico del crowdfunding sull’economia USA. Nello scenario della Grande Recessione, infatti, le banche statunitensi registrarono il più forte calo dei prestiti privati dal 1942. Le piccole imprese, responsabili per il 65% della creazione di nuovi posti di lavoro negli ultimi 17 anni, furono costrette a stringere la cinghia. Allora gli imprenditori, per risparmiare, dovettero rifiutare l’attuazione di circa il 95% dei nuovi piani aziendali. In quest’ottica, Ilya Pozin definì il finanziamento collettivo “il rimedio per tutti i mali“, praticamente un’ancora di salvezza per le economie colpite dalla grande crisi.
Il potere del web
Secondo il Framework for European Crowdfunding: «l’ascesa del crowdfunding negli ultimi dieci anni deriva dal proliferare e dall’affermarsi di applicazioni web e di servizi mobile». Ciò consente a imprese e creativi di dialogare con la comunità per raccogliere soldi e feedback sul prodotto o servizio che intendono proporre. Basti osservare come il finanziamento collettivo sia un flusso vitale che alimenta ogni anno circa mezzo milione di progetti europei i quali, altrimenti, non vedrebbero mai la luce.
Per fare un esempio, nel 2013 in Europa si raccolsero fondi pari a circa un miliardo di euro. Di tale cifra, un milione venne racimolato soltanto dall’Italia nel corso della più grande campagna di crowdfunding avvenuta sul nostro territorio. Nel marzo di quell’anno, infatti, un vasto incendio doloso distrusse la Città della Scienza a Napoli. Fortunatamente, migliaia di persone formarono un comitato di sostegno online per la ricostruzione del polo scientifico campano il quale, già dal mese successivo, potè riaprire alcuni dei suoi padiglioni.
Oltreoceano, vale la pena ricordare la mastodontica operazione di fundraising lanciata nel 2007 da Barack Obama per finanziare la sua campagna elettorale. Il futuro Presidente degli Stati Uniti, grazie ad un semplice sito web, riuscì a toccare cifre esorbitanti nel giro di poco tempo. Per comprendere appieno il suo successo, basti pensare che nel febbraio del 2008, Obama raggiunse il record di 55 milioni di dollari raccolti in un solo mese.
Quali previsioni per il futuro?
Nel prossimo futuro, grazie alle potenzialità nel web 2.0, si stima una crescita esponenziale dell’efficacia di questo metodo di raccolta fondi. In particolare, nel corso del 2020, il denaro ricavato dalle attività di crowdfunding dovrebbe calcolarsi in migliaia di miliardi di euro.
Se il finanziamento collettivo sia oppure no l’unica via di uscita dalla crisi economica, resta un mistero. Solo il tempo potrà svelarlo e dirci se avevamo ragione o torto. Per il momento, conviene valutare seriamente l’idea di usufruire delle sue eccezionali capacità taumaturgiche. Forse, così facendo, anche il nostro nome apparirà nella Hall of Fame di coloro che, in questi tempi incerti, ce l’hanno fatta. Ai posteri, come sempre, l’ardua sentenza.