Deloitte: Patto Pubblico-Privato priorità del Paese
Di seguito l’intervento di Fabio Pompei, Ad di Deloitte, il quale analizza la necessità di un Patto Pubblico-Privato per fissare le priorità del Paese
Crescita, innovazione, sostenibilità. Con il Recovery Fund l’Italia ha un’occasione storica per trasformare la propria economia e tornare a crescere coniugando competitività e sostenibilità. Grazie alla straordinaria risposta dell’UE alla crisi scatenata dal nuovo Coronavirus, infatti, il nostro Paese avrà a disposizione oltre 200 miliardi di euro tra prestiti e trasferimenti diretti. Risorse che, però, per essere fruttuose, dovranno essere impiegate innanzitutto con l’obiettivo di tornare a crescere seguendo le tre linee direttrici indicate dal governo.
Un paese più moderno. È questo il primo obiettivo delle linee guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo. Ed è in questa direzione che ci muoviamo anche come Deloitte con il nostro progetto Impact for Italy. Un obiettivo che, oggi, si misura innanzitutto sulla capacità di innovazione. Ma per innovare servono maggiori investimenti in Ricerca & Sviluppo. E serve una strategia nazionale per il trasferimento tecnologico che leghi Università, Centri di Ricerca e mondo delle Imprese. Con lo scopo di prendere il meglio dalle best practice internazionali.
Ad oggi abbiamo un livello di Innovazione e trasferimento tecnologico inferiore alla media Ue. E regaliamo talenti a tutto il mondo. Dobbiamo invertire rotta, investendo più risorse in ricerca e facendo in modo che le scuole e le università si rafforzino soprattutto nelle discipline STEM. Materie su cui, come ha dimostrato lo studio dell’edizione 2020 dell’Osservatorio della Fondazione Deloitte, l’Italia è ancora indietro. Secondo il nostro studio infatti, circa un’azienda su quattro (23%) non riesce a trovare i profili STEM di cui ha bisogno.
Anche la spinta alla digitalizzazione è cruciale, come ha reso evidente il lockdown. Per far sì che tutti possano beneficiarne e non aumentino le diseguaglianze, però, servono infrastrutture adeguate e risorse per aumentare l’alfabetizzazione digitale di tutta la popolazione. Con speciale attenzione ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, così da rendere più snella e funzionale la burocrazia italiana.
Infine, non c’è modernizzazione del Paese senza quella delle imprese. In questa fase è di vitale importanza sostenere le tante Pmi ad alto potenziale che, da sole, non riescono a investire in innovazione. Secondo una stima del nostro ufficio studi, solo una Pmi su quattro ha raggiunto una maturità tecnologica tale da poter competere sui mercati internazionali. Eppure, le nostre aziende producono eccellenze riconosciute in tutto il mondo e, con le sole esportazioni, il Made in Italy genera oltre il 30% del nostro Pil.
Un paese più sostenibile. Il ritorno a tassi di crescita più elevati, nei prossimi anni, dovrà andare di pari passo con una maggiore sostenibilità. Per garantire un futuro ai giovani, come ci ricorda anche Papa Francesco, è urgente mettere in atto una transizione ecologica. Quella che, non a caso, la Commissione Europea ha messo al centro del suo piano di rilancio comunitario. Grazie alle innovazioni tecnologiche e alle nuove policy comunitarie, la sostenibilità sarà sempre più strategica per le aziende e potrà contribuire al rilancio economico di tutta l’Europa.
Non meno rilevante è il nodo energetico. Mentre Francia e Germania si stanno attrezzando per diventare leader nella produzione di idrogeno green, l’Italia continua a scontare una forte dipendenza dall’estero per il suo fabbisogno energetico. Ma con l’avanzare dell’innovazione tecnologica, si accrescono per l’Italia le opportunità di investire in rinnovabili. Una strategia che può accelerare la decarbonizzazione e, al contempo, aumentare l’efficienza energetica nazionale.
Rientra in questa sfida anche l’ammodernamento delle nostre infrastrutture: oltre a dover risanare storici ritardi nei collegamenti tra il Nord e il Sud del Paese, nonché tra il versante Est e Ovest, sarà importante destinare investimenti alla messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture già esistenti. Una grande operazione di cura del territorio potrebbe diventare un volano di crescita ed evitare, nei prossimi anni, gravi costi umani ed economici legati al climate change.
Un paese più inclusivo. La pandemia, come ci ricorda il Presidente della Repubblica Mattarella, rischia di aggravare le disuguaglianze esistenti e di lacerare il nostro tessuto sociale. Per fare in modo che il Recovery Plan sia efficace e vada a beneficio del maggior numero di persone possibile, sarà importante investire le risorse tenendo a mente le disparità che ancora oggi caratterizzano il nostro Paese. Sfide cruciali che potranno essere superate, come sottolinea Banca d’Italia solo grazie a una presenza importante delle donne nel mondo del lavoro e nei ruoli di leadership.
Infine, per spegnere le tensioni sociali e lavorare all’obiettivo comune del rilancio economico è necessario che le istituzioni e le imprese lavorino insieme. Il pubblico, così, potrà avvalersi delle competenze e della forza innovativa del privato. Il privato, d’altra parte, non può farcela senza investimenti e, ancora di più, senza una politica industriale di lungo periodo.
Questa è l’ora di un grande patto pubblico-privato capace di fissare priorità strategiche per il nostro Paese.
Fonte immagine: Comunicato Stampa Deloitte