Humane Society International richiama il governo canadese
Humane Society International chiede al governo canadese di sospendere la caccia commerciale alle foche per il 2021
A fronte dei dati allarmanti, raccolti al largo della costa orientale del Canada, che rivelano una copertura di ghiaccio marino ai minimi storici, Humane Society International chiede al governo canadese di fermare la caccia commerciale alle foche. Gli scienziati del governo canadese prevedono un’elevata mortalità tra i cuccioli di foca appena nati; a causa dello scioglimento precoce del loro habitat che li costringe ad entrare in mare aperto, prima che siano abbastanza forti per sopravvivere in questo ambiente. Inoltre, permettere a centinaia di cacciatori di foche di operare negli spazi ristretti delle imbarcazioni adibite a questa attività, durante una pandemia, rappresenta un rischio inaccettabile per la salute pubblica.
“I cambiamenti climatici stanno causando un rapido deterioramento della copertura di ghiaccio marino al largo della costa orientale del Canada. Per le foche che si riproducono in questo habitat e che sono l’obiettivo dei cacciatori, è un disastro”. Così ha dichiarato Rebecca Aldworth, Direttrice di Humane Society International/Canada; da diciotto anni in prima linea e testimone diretta della caccia commerciale alle foche in Canada. “Nessun governo coscienzioso permetterebbe che i pochi cuccioli che sopravvivono a queste condizioni avverse senza precedenti, vengano uccisi solo per produrre articoli di moda. Inoltre, nessuna autorità sanitaria responsabile permetterebbe a questa pratica insensata e vergognosa di continuare durante una pandemia. Chiediamo al governo canadese di fare la cosa più giusta e ragionevole: fermare la caccia commerciale alle foche per tutto il 2021, nella regione del Canada atlantico”.
Gli scienziati del governo canadese affermano inequivocabilmente che le condizioni del ghiaccio marino nel Golfo di San Lorenzo e al largo dell’isola di Terranova continueranno a peggiorare e che, conseguentemente, l’elevata mortalità dei cuccioli avrà un grave impatto sulla popolazione di questi animali, appartenenti alla specie delle foche dalla sella, dette anche della Groenlandia. Un approccio precauzionale nella gestione della fauna selvatica precluderebbe chiaramente la caccia commerciale di una specie dipendente dai ghiacci, il cui habitat sta rapidamente scomparendo.
In particolare, il cambiamento climatico rende i metodi commerciali di uccisione delle foche ancora più disumani. Gli studi veterinari hanno enfatizzato la grave sofferenza che deriva dalla caccia in mare aperto o nelle dirette vicinanze dell’acqua. È stato infatti documentato un alto tasso di ferimenti che inducono le foche colpite ma non uccise a fuggire sotto la superficie dell’acqua; dove affogano lentamente e non vengono catturate. Con il deterioramento delle condizioni dei ghiacci, quasi la totalità delle attività commerciali di caccia alla foca avverrà in questo modo.
Inoltre, quando questi animali vengono uccisi in mare o sul ghiaccio troppo fragile per sostenere il peso umano, vengono recuperati con dei ganci di metallo fissati su lunghe aste in legno, simili ad arpioni. Questo avviene senza che i cacciatori possano prima verificare e confermare che l’animale sia già morto. Ne consegue che molte foche vengono arpionate pienamente coscienti e issate sui ponti insanguinati delle barche, prima di essere colpite a morte.
Se il governo canadese si rifiuta di fermare definitivamente questo massacro, deve quantomeno sospendere la caccia commerciale per tutto il 2021. In mancanza anche di questa essenziale misura precauzionale, il governo canadese deve, quale condizione minima, emettere ordini per:
- Eliminare le quote assegnate alla regione del Golfo di San Lorenzo data la mortalità eccezionalmente alta dei cuccioli che si verificherà nella suddetta area;
- Rinviare la data di apertura della caccia nell’isola di Terranova dato il probabile ritardo delle nascite, causato dalle cattive condizioni del ghiaccio marino (come è accaduto nel 2011, anno in cui si sono registrate condizioni avverse);
- Proibire l’uccisione delle foche neonate che stanno subendo la prima muta (dette “ragged jacket”) per prevenire il massacro di massa di questi cuccioli ancora molto piccoli (come documentato nel 2011);
- Proibire di sparare e bastonare le foche in mare aperto o nelle dirette vicinanze dell’acqua per ridurre il numero di animali colpiti e datisi alla fuga durante la caccia;
- Proibire l’arpionaggio degli animali senza previa conferma della loro morte.
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