FRANCO BATTIATO: SALUTANDO UN “ESSERE SPECIALE”
Ci lascia una tra le personalità più eclettiche dell’arte italiana: “un essere speciale” ed indimenticabile!
L’arte non muore mai…fissa l’impronta delle idee che ha trasportato (idee a volte scomode, a volte condivise) in un tempo infinito che viaggia attraverso le generazioni, per raccontare di mondi esplorati dall’anima.
Questo succede anche nel momento in cui Franco Battiato, “immenso” artista siciliano, saluta questa terra lasciando in dono la potenza della sua ricerca, della sperimentazione, un’intellettuale curiosità che lo ha impegnato nelle forme più svariate di produzione creativa, sempre accompagnate da un’affascinante e misteriosa contaminazione insita anche nelle sue origini mediterranee.
Nato a Jonia (CT) nel 1945, fin dagli anni Settanta partecipa con entusiasmo alle più innovative correnti di ricerca europee.
Dopo le prime incisioni discografiche uscite per l’etichetta sperimentale Bla Bla, Battiato comincia a pubblicare un lavoro dietro l’altro, ottenendo vari riconoscimenti e suscitando interesse via via crescente, presso intellettuali e musicisti che si ispirano alle sue sonorità.
La “ricerca” di Battiato lo conduce verso orizzonti sempre più variegati che vanno dalla commistione tra composizione colta, canzone e musica etnica, alla produzione pop degli ultimi anni Ottanta…passando per brani che divengono simbolo di impegno civile (come ad esempio “Povera Patria”) …fino ad opere liriche (come Gilgamesh) che gli valgono esibizioni con orchestre sinfoniche internazionali.
Nel 1996 pubblica l’album “L’imboscata” con la Polygram da cui uno dei suoi brani più acclamati “La cura”, con un testo dall’ inestimabile valore poetico e sonorità che toccano il cuore ed alla quale, infatti, viene conferito il riconoscimento come Miglior Canzone dell’Anno al Premio Internazionale della Musica.
L’ultimo ventennio di Battiato è permeato di esperienze e collaborazioni che lo portano a lavorare ed esibirsi con artisti italiani ed internazionali di altissima levatura (tra gli altri Mercedes Sosa, Annie Ducros, Antony & The Johnson…), calcando i palchi del mondo e portando avanti la sua instancabile sperimentazione volta a trasformare in immagini, parole e suoni la profonda e sensibile ricerca del significato della vita e delle cose.
L’arte non ha davvero confini per Battiato.
Nel 2000 compone le musiche del balletto del Maggio Musicale Fiorentino, su testi di Manlio Sgalambro e contenute nell’album “Campi magnetici”. Con lo stesso Sgalambro scrive nel 2003 la sceneggiatura del film PERDUToAMOR, con il quale debutta alla regia e che viene riconosciuto come d’Interesse Culturale Nazionale, valendogli nell’anno successivo, il Nastro d’Argento come miglior regista italiano esordiente.
Ma anche nelle arti figurative, l’eclettico artista, lascia in eredità il suo contributo dipingendo circa ottanta opere firmate, all’inizio, con lo pseudonimo di Süphan Barzani e dove prevalgono la tecnica ad olio e l’utilizzo di terre e pigmenti puri.
Personaggio inimitabile ed indimenticabile Franco Battiato, a cui tanti artisti e gente comune, dedicano oggi un pensiero sui molti social, ricordandolo come persona dalla grande generosità…generosità artistica ed umana ma, soprattutto, come baluardo di un grande ed importante messaggio e cioè che la cultura, quella profonda, dal vezzo intellettuale, può comunque essere comunicata al cuore di tutti, diventare patrimonio della gente… così che il passaggio in questo mondo di “un essere speciale” possa trasformarsi in un abbraccio all’arte che duri un tempo infinito!
Articolo di Monia Strazzeri.
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