Dati sanitari e PA trasparente: sanzionata una Asl
La recente sanzione di una Asl contribuisce a chiarire un passaggio cruciale nel trattamento dei dati personali relativi alla salute, che godono infatti di una tutela rafforzata e del divieto di diffusione
I dati relativi alla salute godono di una tutela rafforzata e, fatte salve le eccezioni previste dalla norma, ne è vietata la diffusione. La trasparenza amministrativa non può violare la privacy delle persone. Per questi motivi, il Garante Privacy ha sanzionato per 46mila euro l’Azienda sanitaria locale Roma 1, che aveva pubblicato in chiaro sul proprio sito web tutti i nominativi e i dati relativi alla salute dei soggetti che avevano fatto richiesta di accesso civico nel 2017 e 2018.
Nella maggior parte dei casi, gli atti riguardavano la documentazione sanitaria degli interessati, fra cui cartelle cliniche, accertamenti di invalidità, test, relazioni tecniche, ecc.
La prima grave violazione rilevata dall’Autorità, che si è attivata d’ufficio, è stata quindi la diffusione dei dati sulla salute dei soggetti interessati; informazioni relative sia allo stato fisico che mentale, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria.
Nel pubblicare i Registri di accesso, la Asl ha inoltre violato il principio di “minimizzazione” dei dati, che non sono risultati limitati a quanto necessario rispetto alle finalità di trasparenza amministrativa, per le quali sono trattati, e le disposizioni della disciplina in materia di trasparenza e delle Linee guida Anac sull’accesso civico, che stabiliscono di oscurare i dati personali eventualmente presenti.
Nel determinare la sanzione, il Garante ha comunque tenuto conto di alcuni elementi attenuanti, come, in particolare, il carattere del tutto accidentale della condotta, l’assenza di segnalazioni o lamentele dei soggetti interessati, il tempestivo intervento della Asl per porre rimedio alla violazione, la collaborazione con l’Autorità e le misure tecniche e organizzative messe poi in atto a garanzia dei dati personali.
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