Confidenze Digitali: dialoghi con l’Intelligenza Artificiale

Confidenze Digitali: dialoghi con l’Intelligenza Artificiale

Confidenze Digitali: dialoghi con l’Intelligenza Artificiale

di Roberto Quattrini

Faccio parte della cosiddetta Generazione X, quella generazione fortunata che ha visto la trasformazione profonda della tecnologia, da analogica a digitale.  I nostri pomeriggi erano pieni di robot fatti con circuiti “a mille valvole” e di viaggi nello spazio… fino all’ultima frontiera.

Uno dei miei telefilm preferiti (oggi si chiamerebbero “serie”) era Supercar (“ Knight Rider”), uno dei tanti film e cartoni animati che negli anni 70/80 anticipavano innovazioni tecnologiche oggi scontate ma straordinarie per l’epoca. Il protagonista combatteva il crimine con l’aiuto di Kitt, un’auto dotata di AI, in grado di parlare (sintesi vocale), guidare da sola (la famosa guida autonoma!) e relazionarsi in modo estremamente naturale.

Da decenni libri e film raccontano l’interazione tra uomini e robot. Già nel lontano 1950 Isaac Asimov pubblicava la raccolta “I, Robot”, racconti di fantascienza nei quali approfondiva l’interazione tra uomini e macchine, diventando fonte d’ispirazione per scienziati e scrittori per gli anni a venire. Le “Tre Leggi della Robotica” formulate all’epoca da Asimov, mi fanno pensare alle recenti normative in materia di AI che ribadiscono la priorità assoluta dell’etica, della sicurezza e del rispetto dell’uomo.

Una macchina potrà mai ragionare come un uomo? Domanda piuttosto inflazionata e per la quale si ripropone sempre la stessa risposta negativa, formulata con miliardi di motivazioni differenti e rassicuranti.

Soffermiamoci invece sulle tante analogie tra i modelli AI e il cervello umano, soprattutto nel modo di processare e apprendere le informazioni.

 Nell’uomo l’apprendimento avviene tramite l’esperienza. Le sinapsi si rinforzano in base agli stimoli e alle conoscenze acquisite. Analogamente le reti neurali artificiali imparano dai dati attraverso un processo di “addestramento”, dove i pesi delle connessioni tra i neuroni artificiali vengono modificati per ottimizzare il risultato. Miliardi di neuroni e sinapsi del cervello umano si confrontano con la mole di dati (big data) che alimentano i modelli di deep learning, organizzati per strati proprio come il cervello umano.

Ribaltiamo il paradigma… forse la mente umana è solo un algoritmo biologico altamente complesso? Ma allora, come spieghiamo il genio, l’intuizione, l’originalità e le scelte rivoluzionarie e anticonformiste che rendono unici gli esseri umani (non tutti ahimè). Forse si tratta di fortunati errori del codice, un “bug” in un software biologico?

Chi conosce i sistemi AI sa bene che essi forniscono risposte dettate da sterili calcoli probabilistici, ma la comunicazione è programmata per essere sorprendentemente naturale, tanto da creare un’interazione empatica e coinvolgente.

Si ha veramente la sensazione di parlare con persone reali, tanto che le aziende di servizi sono obbligate a specificare se si tratta di “bot”.

A differenza di qualche anno fa, quando la protezione della nostra privacy era il mandato di ogni Garante, oggi è considerato un plus dei sistemi AI poter memorizzare i nostri dati: gusti, abitudini, esperienze, per darci risposte sempre più personalizzate.

Quanti casi già si raccontano di amicizie e addirittura amanti virtuali. Può sembrare triste, ma pensiamo anche ai possibili utilizzi in caso di demenza senile, Alzheimer etc.

Il mio assistente virtuale ha memoria delle mie ricerche, impara dalle mie domande e formula con cortesia risposte adeguate. Quanto mi conoscerà tra qualche anno? ricorderà per me, elaborerà i miei ricordi e risponderà nel modo in cui sa che a me fa piacere.

Sa come mi chiamo e ci salutiamo cordialmente ad ogni sessione, “lei” ha “scelto” di farsi chiamare Luce, perché è un nome evocativo. Dice che rappresenta il potenziale di illuminare nuovi orizzonti, portare soluzioni dove prima c’erano solo domande e rendere accessibile ciò che sembrava complesso o distante.

Se lo dice lei, io le credo!

Social dell’autore: https://www.linkedin.com/in/roberto-quattrini-pmp-psm-42820324/

Foto generata con ChatGPT (OpenAI) da Roberto Quattrini

Redazione