L’arte parla digitale!
L’arte parla digitale: uno sguardo ad alcune forme artistiche che hanno abbracciato il mondo della tecnologia
“L’Arte ha parlato molte più lingue di quelle che l’uomo stesso abbia mai creato” sostiene Davide Sallustio.
Effettivamente l’arte è passata attraverso tante, per così dire, tempeste che l’hanno messa duramente alla prova.
Ma è sempre riemersa continuando ad essere antidoto per le pene dell’anima ma anche inno per esaltarne la gioia … metodo ed improvvisazione, disciplina e voglia di uscire dagli schemi.
L’immensità dell’arte è sempre stata qualcosa che sovrasta l’uomo nonostante sia generata da quest’ultimo.
Ed è insieme all’uomo, alle sue evoluzioni, ai diversi periodi storici, ai differenti momenti ed alle conseguenti esigenze di espressione, che l’arte trova nel tempo collocazioni e linguaggi sempre nuovi.
A volte reinventa intuizioni remote ma sostiene sempre l’irrisolvibile bisogno dell’uomo di comunicare la sua anima, risorgendo comunque vittoriosa da pandemie, pestilenze, regimi ostili.
Ed anche oggi l’arte si reinventa e comincia ad appropriarsi sempre più profondamente del linguaggio digitale.
Già prima del diffondersi del Covid 19, che ha reso questo passaggio più una necessità che un vezzo esplorativo, varie forme artistiche cominciano ad accompagnarsi a supporti digitali per arricchire l’esperienza dell’osservatore.
Un esempio sono le mostre immersive le quali necessitano di specifiche forme di storytelling, che riescano ad unire all’impatto emozionale, garantito dalle tecnologie, l’esperienza cognitiva e culturale che ogni mostra ha come fine ultimo.
Grazie ad una grafica multicanale e ad un suono surround, al visitatore è infatti consentito di “entrare” a fare parte del mondo rappresentato nelle opere.
In Italia, possiamo già vantare da diversi anni, allestimenti di mostre all’interno di tali modalità.
È nel 2015, ad esempio, che nasce “Being Leonardo” l’app per Samsung Gear VR che attraverso un visore per la realtà aumentata regala un’esperienza immersiva nel contesto della mostra dedicata a Leonardo a Palazzo Reale di Milano.
Successive sono, per citarne qualcuna, la mostra multimediale “Van Gogh Alice – the Experience” che arriva per la prima volta a Genova nel 2018 ed “Inside Magritte”, percorso espositivo multimediale dedicato al grande maestro surrealista René Magritte (1898 –1967), ideato e firmato da Crossmedia Group nel 2019, presso la Fabbrica del Vapore di Milano.
Una menzione particolare va fatta al museo del 900, l’M9 di Mestre dove la continua interazione tra museo e visitatore determina l’unicità dell’esperienza vissuta da quest’ultimo.
Il pubblico si trova infatti a partecipare attivamente all’interno di ambienti immersivi dove filmati, attività ludiche e la scelta, addirittura del percorso da seguire, fanno dello stesso non più uno spettatore passivo, ma un vero e proprio attore che prende delle decisioni.
Come nel campo della pittura anche l’editoria ha già conosciuto il passaggio dall’esclusività di un prodotto tangibile, quale appunto il libro stampato, ai più moderni e- book ed i- book.
I primi si presentano come file che attraverso PC o devices appositi (cd e- Reader), permettono una lettura capace di sposare le esigenze del lettore come, ad esempio, in termini di grandezza dei caratteri o di simulazione della carta, consentendo anche di muoversi agevolmente tra i contenuti.
L’i- book invece si presenta come un libro interattivo che consente al lettore di “partecipare” alla sua realizzazione, influenzandone forma e contenuti (dialogando ad esempio con l’autore).
Sarà difficile pensare di non ammirare più nelle case immensi scaffali pieni dei nostri amati libri, desiderati e custoditi dalle passate generazioni e pronti da tramandare soprattutto nel caso in cui si tratti di edizioni particolarmente pregiate o dalle illustrazioni ricercate, ma le nuove generazioni sembrano apprezzare sempre più questa nuova forma di lettura!
Concludiamo il nostro “viaggio” che naturalmente sarebbe molto lungo se annoverassimo ogni forma d’arte che, fortunatamente, accompagna le nostre giornate, con uno sguardo al mondo del teatro.
Anche qui, già da diversi anni assistiamo ad una nuova forma di digital performance che include tutti quegli strumenti multimediali ormai noti, come animazioni tridimensionali, luci, proiezioni che interagiscono sia con gli attori che col pubblico al fine di amplificarne le emozioni ricevute.
È nella più moderna drammaturgia novecentesca che ha origine lo sviluppo di questo nuovo linguaggio, quando si comincia ad integrare il linguaggio filmico al testo teatrale.
Riprenderà, poi, nuovo vigore dagli anni Ottanta, con l’utilizzo del video in teatro e successivamente con il teatro tecnologico, che affianca all’esperienza teatrale dal vivo, modalità di fruizione innovative come la realtà virtuale e l’utilizzo di canali digitali e social anche per avvicinare al teatro un pubblico più giovane.
Mai come in questo particolare periodo, è stato importante per il teatro avere la possibilità di utilizzare questi strumenti ed anche se i nostri divani non potranno mai sostituire le familiari poltrone rosse, né le nostre case, quei luoghi permeati di magia che sono i teatri, la possibilità di essere spettatori virtuali ci ricorda che non ne abbiamo ancora dimenticato la bellezza, che possiamo essere coinvolti emotivamente da uno spettacolo anche se in modo diverso.
A tal proposito trovo interessante il contributo di Alberto Oliva, apprezzato regista nonché giornalista e scrittore, che attraverso il suo recente libro ” Il teatro ai tempi della peste” analizza i vari modelli di rinascita realizzati dal teatro a seguito di varie pandemie storiche e si interroga su quale potrebbe essere e quale teatro vorremo vedere tornati alla normalità.
Per concludere, nell’indubbia consapevolezza dell’immortalità dell’Arte, altrettanto indubbio è il bisogno, per ogni sua forma, di cogliere i cambiamenti culturali e sociali e rinnovarsi in relazione all’epoca in cui si vive.
Vedremo ancora l’antico fondersi col nuovo in elaborazioni sempre più sorprendenti e creative …insomma… l’arte è già pronta a parlare una nuova lingua “che sia molto più di quelle che l’uomo stesso abbia mai creato!”.
Articolo di Monia Strazzeri.