Sul report IPCC e sull’urgenza di sviluppare le rinnovabili
Legambiente: “Il report IPCC mette in luce l’urgenza di introdurre misure più coraggiose e di accelerare lo sviluppo delle rinnovabili”
“Il rapporto dell’IPCC appena pubblicato – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – evidenzia ancora una volta l’urgenza di accelerare il passo nella lotta alla crisi climatica e la necessità e fattibilità di dimezzare le attuali emissioni climalteranti nei prossimi otto anni per poter contenere li surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C”.
“Oltre a mettere in campo politiche climatiche più ambiziose in linea con l’obiettivo di 1.5°C, l’Italia deve prevedere misure davvero coraggiose e non più rimandabili come lo stop ai sussidi ambientalmente dannosi per far uscire il nostro Paese dalla dipendenza delle fonti fossili, a partire dal gas russo, accelerando lo sviluppo delle fonti rinnovabili arrivando ad autorizzare 20 GW l’anno per i prossimi anni come richiesto da Legambiente, Greenpeace Italia e WWF Italia e da Elettricità Futura di Confindustria. Allo stesso tempo è importante lavorare sull’efficientamento del parco edilizio e l’elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico. Il nostro Paese lo deve fare per l’ambiente, per il clima, ma anche per evitare che geopoliticamente questa guerra in corso porti ad una nuova dipendenza dalle fonti fossili e ad un nuovo ricatto del gas”.
“Un contributo importante – aggiunge Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo Legambiente – può e deve venire dal nuovo pacchetto legislativo clima-energia che deve fissare target più ambiziosi di quelli proposti, per essere davvero “Fit for 1.5” ossia coerente con la soglia critica di 1.5°C, riducendo le emissioni di almeno il 65% entro il 2030. Obiettivo ambizioso, ma possibile con il 50% di rinnovabili ed il 45% di efficienza energetica entro il 2030. Obiettivi questi che combinati con il phasing-out del carbone entro il 2030, previsto a livello europeo, e del gas fossile entro il 2035, insieme al phasing-out della vendita di veicoli con motori a combustione interna entro il 2035, possono consentire all’Europa di raggiungere la neutralità climatica ben prima del 2050. E risparmiare 10 mila miliardi di euro già entro il 2030″.
“Secondo uno studio dell’Università di Berlino e dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW), il taglio del 65% delle emissioni climalteranti, non solo è tecnologicamente possibile, ma può consentire all’Europa di risparmiare da qui al 2030 ben 10 mila miliardi di euro, grazie alla forte riduzione delle importazioni di combustibili fossili e dei danni ambientali e climatici evitati. Oltre a ridurre considerevolmente la bolletta energetica di famiglie e imprese. Un’opportunità che non si può e deve perdere, soprattutto per contribuire a costruire un progetto di pace in Europa.”
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