MARCO DANESE: AEROFOTOGRAMMETRIE DI ESISTENZE RICOMPOSTE
La mostra personale del pittore siciliano che incanta il pubblico con la sua “art-chimia”!
Abbiamo già avuto occasione, un po’ di tempo fa, di apprezzare l’opera dell’artista Marco
Danese, pittore contemporaneo che ha destato il nostro interesse per la forza espressiva
e per l’intima riflessione veicolata dalla potenza delle sue “lacerazioni visive”.
Art-chimista siciliano, come lo ha definito il dott. Giuseppe Cannata, collezionista e past
presidente del Rotary Club di Taormina, Danese ha da poco avuto modo di rappresentare
insieme ad altri artisti selezionati, le linee espressive dell’età contemporanea all’evento
espositivo “GIOVANI ARTISTI DEL MEDITERRANEO” presso la prestigiosa sede dell’Accademia di
Belle Arti di Agrigento, veicolando tra gli altri messaggi quello di “arte come sogno che si
muove al di sopra della realtà “.
Oggi e fino al 31 gennaio abbiamo finalmente modo di apprezzare le opere di Marco
Danese alla mostra personale AEROFOTOGRAMMETRIE DI ESISTENZE RICOMPOSTE, a cura di Giuseppe Ingaglio, presso il Centro Polivalente, Sala “Filippo Scroppo” di Riesi.
Scrive di lui lo stesso Ingaglio: “Orientarsi in un labirinto urbano, seguendo un preordinato cammino di costellazioni. Navigare a cavallo sulle comete, per scrutare da lassù verso il basso e scorgervi le orme di un’esistenza negata, ma ricomposta e ricaricata in una nuova integrità… Così Marco Danese
ripercorre la materia!”.
Ed ancora : “Non ci sono soste possibili nel ripercorrere questi tracciati, un tempo sontuosamente carichi di esoteriche e sensuali alchimie, nonché di materiali e di materie sensualmente strutturati in oggetti, volumi e realtà che, dopo aver espresso le rispettive esistenze – illusorie ed effimere
ovvero coerenti ed essenziali che siano -, hanno attraversato la prova della fine del proprio essere, superando finanche quel limite estremo che pone fine a ogni cosa…”
“Cartoni, colle, sabbie riprendono un nuovo percorso, ricomposti con i pigmenti e, nonostante l’informe lacerazione e l’amorfa frammentarietà, s’incammina, dapprima spontaneamente ma poi sempre più con crescente e preordinata intenzionalità progettuale fino a pervenire, come un approdo, in una ricomposizione”.
Marco Danese ancora una volta ci fornisce una “mappa” per scoprire noi stessi
attraverso il caos dell’umanità ripercorrendo i mille volti che ci caratterizzano, così come anche i numerosi materiali utilizzati possono indossare diversi significati ed assumere differente valore. La realtà, nuovamente, rimane risultanza di un’alchimia che dopo il faticoso attraversamento di un io imperscrutabile ed evanescente, si illumina di consapevolezza, di luce che conforta, di una decisa volontà di esistere nella sua unicità tra le altre “esistenze ricomposte”.
Esplode, improvvisa, la visione della propria eccellenza che può e deve emergere dalla
confusa oscurità. Danese ci rende così generosamente ospiti e protagonisti del suo percorso, offrendo a noi le tracce di sentieri già esplorati ed in parte dominati. Una mostra suggestiva che riconferma il valore dell’artista…da non lasciarsi sfuggire!
Articolo di Monia Strazzeri