La Geopolitica delle comunicazioni: il caso 5G
“La Geopolitica delle comunicazioni: il caso 5G” è il titolo del convegno che si è tenuto ieri, presso la sala stampa della Camera dei Deputati nell’ambito della 10° edizione del Festival della Diplomazia, che per l’edizione 2019 ha preso in prestito dalla mitologia romana il titolo: “Le due facce di Giano – La Transizione a un Nuovo Mondo”, a significare l’obiettivo di lavorare con uno sguardo rivolto al passato e uno rivolto al futuro, per comprendere le trasformazioni in corso e continuare nel percorso di analisi dei fenomeni europei e globali.
Il Festival della Diplomazia nasce nel 2009 dalla consapevolezza della centralità di Roma in ambito internazionale, ove opera un’ampia comunità che giornalmente si relaziona con la cittadinanza e le istituzioni locali, in costante interazione con l’assetto economico, organizzativo e culturale. La città è infatti considerata un punto nevralgico per le relazioni diplomatiche con 139 ambasciate accreditate presso la Repubblica Italiana, 78 presso la Santa Sede, 73 presso San Marino. A questo va aggiunto il ricco tessuto di organizzazioni internazionali, università, accademie e istituti di cultura stranieri che consolidano la proiezione di Roma come prima città internazionale al mondo.
E’ all’interno di questa dimensione che si colloca l’evento di ieri alla Camera. Moderato da Carlo Prosperi e introdotto da Gianni Lattanzio, ha visto gli interventi dell’On. Adolfo Urso, Vice Presidente del Copasir, dell’On. Federica Zanella della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e dell’On. Federico Mollicone, della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione oltre che di alcuni esperti che, dopo le relazioni introduttive dei giornalisti Francesco Bechis di Formiche e di Maria Elena Capitanio di La Verità, hanno discusso del 5G e delle sue implicazioni.
Sullo sfondo dei vari interventi, i vari profili di cybersicurezza riguardati dal decreto legge n. 105 del 21 settembre sul perimetro di sicurezza e il Golden Power che, come confermato dai deputati presenti, è in corso di conversione proprio in questi giorni.
Dopo Salvatore Santangelo, Presidente di Rome Creative Hub, Francesco Carlino, amministratore della Neural Research srl, Andrea Chiappetta di ASPISEC, ha parlato Lisa Di Feliciantonio, Institutional & External Relations Head, Media Relations and Public Affairs di Fastweb, che ha messo in luce il contesto in cui si inserisce il 5G facendo riferimento alla dimensione commerciale e di mercato e rilevando che già da tempo la sua azienda opera utilizzando i più avanzati standard di sicurezza, a tutela e garanzia dei suoi clienti oltre che dello stesso contesto in cui opera, in una dimensione integrata che riguarda al tempo stesso reti, sistemi e dati.
Interessante l’intervento di Maurizio Mensi, professore di diritto dell’economia alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione, che ha evidenziato come, data la natura interconnessa e transnazionale delle infrastrutture che sono alla base dell’ecosistema digitale e il carattere transfrontaliero delle minacce, con il 5G siano in gioco non solo la sicurezza nazionale ma la stessa sovranità e autonomia strategica dell’UE. E’ soprattutto la Raccomandazione della Commissione europea del 26 marzo 2019 a fornire agli Stati membri concrete e specifiche indicazioni, sul piano tecnico e regolamentare. Ad essa ha fatto seguito, il 9 ottobre scorso, l’importante Rapporto sull’ ”EU coordinated risk assessment of the cybersecurity of 5G networks”. Integra il quadro di riferimento la direttiva 2018/1972, che istituisce il codice europeo delle comunicazioni elettroniche, da trasporre entro 21 dicembre 2020, che affida fra l’altro poteri rilevanti alle autorità competenti, con la possibilità di impartire agli operatori istruzioni vincolanti e attivare in taluni casi un raccordo con i gruppi di intervento per la sicurezza informatica («CSIRT») ai sensi della direttiva NIS. Insomma, le regole ci sono e debbono essere applicate con rigore.
Mensi ha proseguito rilevando che con il 5G la dimensione strategica ed economica vanno di pari passo e questo è esemplificato dal concetto stesso di “interesse nazionale”, alla cui protezione è finalizzata la normativa sul Golden Power. Non si tratta infatti solo di fronteggiare i rischi per la sicurezza di reti e sistemi o per la raccolta e il trasferimento indebito di informazioni critiche, ma anche di rafforzare gli strumenti di controllo degli investimenti e delle esportazioni mediante una verifica di sicurezza, come avvenuto negli Stati Uniti nel 2018. A questo obiettivo è peraltro rivolto il regolamento europeo 2019/452, entrato in vigore il 10 aprile e applicabile dal novembre 2020 (a cui fa riferimento lo stesso decreto legge del 21 settembre), che ha creato un sistema comune di verifica degli investimenti esteri per tutelare le attività strategiche e vigilare sulle operazioni con potenziale impatto su sicurezza e ordine pubblico.